venerdì 19 ottobre 2018

Graphic Novel - Capitolo 2

Buongiorno a tutti.
Oggi grande ritorno del genere che sta spopolando tra i lettori, grandi e piccoli, nonché il genere sempre più pubblicato. Esatto. Stiamo parlando del Graphic Novel, la fusione di fumetto e romanzo.
Nonostante il maggior produttore e forse uno dei più apprezzati nello scenario italiano sia ZeroCalcare io non ho ancora avuto l’occasione di leggere un suo racconto a fumetti. Prima o poi recupereremo, nel frattempo ci occupiamo di ciò che è reperibile e a questo giro si tratta di “ANYA e il suo fantasma”, di Vera Brosgol. L’autrice, di origine russa, ha scritto e disegnato questa storia che è stata pubblicata per la prima volta nel 2011, in italiano invece nel 2013.
La trama narra di una ragazzina, Anya, di origini russe, trasferitasi in America con madre e fratello, che si trova a dover fare i conti con l’integrazione non solo culturale ma anche scolastica. Un problema molto sentito nella fase adolescenziale: si cerca di mescolarsi nel gruppo, di essere uguale agli altri e passare  così per lo più inosservati. Durante una giornata di scuola si trova a vagare per un parco e inavvertitamente cade in una buca in cui ritrova delle ossa. Con queste ossa trova un fantasma, che la seguirà anche al di fuori, una volta tornata a casa.
In biblioteca mi sono lasciata attrarre da tre elementi fondamentali: il titolo, perché ovunque ci siano le parole morte e/o fantasma la mia curiosità morbosa e forse anche macabra scatta inesorabilmente; i disegni, semplici e in bianco e nero ma graziosi; Neil Gaiman, che secondo quanto riportato dalla copertina, lo ha definito “un capolavoro”.
Ora, forse a causa delle grandi aspettative che avevo riposto in questi tre elementi, e soprattutto nella mia fantasia contorta, devo dire che ho trovato il racconto un po’ troppo scarno per i miei gusti. Questo non significa che non sia bello in sé, ma semplicemente faccio fatica a distaccarmi dall’idea di romanzo classico. E probabilmente pensare ad una graphic novel come ad un romanzo accompagnato da fumetti è un altro errore mio, perché per quanto questa possa essere una definizione chiara per inquadrare il genere, di contro non la trovo esplicativa. O forse per meglio dire, la trovo fuorviante. Non è un romanzo con l’aggiunta di disegni, è proprio un genere a sé stante. Quindi per questo, mi assumo la responsabilità.
Il racconto in sé, superata questa fase di turbamento, è carino.Affronta il tema dell’adolescenza e dell’accettazione di sé,  dei propri difetti e della propria personalità. Tutto ciò sottolineando come spesso gli adolescenti (ma in realtà anche gli adulti, molto più spesso di quanto non vogliano ammettere) idealizzano qualcosa, persone, eventi, desideri, eccetera, e si ritrovano a rincorrere un ideale, a volte completamente irraggiungibile, in nome di non si sa cosa. Anche se di solito si avvicina molto o somiglia in modo particolarmente vivido all’invidia. Sicuramente un suo pregio potrebbe essere la possibilità di libera interpretazione, che immagino sarebbe diversa se il romanzo fosse letto con gli occhi dun adolescente
Se riuscissimo ad accettarsi per come siamo e per chi siamo probabilmente la nostra vita sarebbe molto più semplice e potremmo viverla con maggiore serenità. Questo però non è affatto semplice.
I disegni sono carini anche se in bianco e nero. Avrei apprezzato qualche colore messo qua e là senza necessariamente rendere la storia colorata visto che non era l’intento,  ma nei plot twist si poteva aggiungere un po’ di colore.
I personaggi sono abbastanza classici, i soliti stereotipi, salvo forse l’amica di Anya, SiobhanUna delle principali problematiche affrontate dalla protagonista è la lotta costante tra la propria cultura di appartenenza e quella che tutti i coetanei condividono. Secondo me è un tema molto attuale, da non sottovalutare, perché sono proprio le seconde generazioni quelle che forse necessitano di maggiore supporto. Con seconde generazioni faccio riferimento ai figli di immigrati nati per esempio in Italia, ma lo stesso vale per altre nazioni. È fondamentale permettere all’adolescente di fondere le due culturecui appartiene, senza spingerlo a rinnegare una delle due.
Forse inoltre per i bambini è un po’ pesante verso il finale, nel senso che potrebbe inquietarli non poco, ma essendo un lavoro dedicato agli adolescenti, confidiamo nel buon giudizio dei genitori.
Non credo di avere molto altro da dire al riguardo, quindi per oggi chiudiamo qui, a presto
-Pearl

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