lunedì 15 gennaio 2018

Zitti tutti, parla Zucca!



Miao a tutti.
Ieri stavo guardando fuori dalla finestra e stavo riflettendo sulla vita, quando i miei preziosi pensieri sono stati distratti da un gruppetto di esseri umani che passava lì vicino. Indossavano vestiti neri, acconciature strane e occhi truccati sempre di nero. Io sono intelligente ed ho subito capito che volevano solo essere come me. Per questo sono passati proprio davanti alla mia finestra: mi osservano per cercare di carpire i miei segreti e avvicinarsi così alla mia magnificenza.
Questo mi ha fatto riflettere sul perché voi esseri umani abbiate bisogno di modelli per raggiungere la vostra identità personale. Noi gatti, quali esseri superiori, sappiamo perfettamente chi siamo sin dai primi giorni della nostra vita. Voi invece vi dedicate ad infinite ricerche, vi siete prodigati nel corso della storia in tantissimi modi per cercare di capire chi siete. Sciocchi.
Da dove nasce questo vostro bisogno di definire la vostra identità? Di volerla a tutti i costi esprimere in modo che tutti possano vederla? Il mio amico Luigi ha provato a spiegarmelo, ma è più forte di me, è fuori dalla mia natura gattesca comprendere questo vostro bisogno.
Luigi? Come? Non sapete di chi sto parlando? Volete dirmi che non conoscete Luigi? È anche un vostro conterraneo, ignoranti, cosa facevate sui banchi di scuola? Dormivate?
E va bene, vi illuminerò io. Dalle basi mi tocca partire…
Luigi Pirandello nasce nel 1867 in Sicilia e segue degli studi prettamente umanistici che lo porteranno ad arricchire la sua scrittura. È un caposaldo della letteratura italiana del Novecento ed è il principale autore nostrano che ha trattato il tema della ricerca dell’identità. Ovviamente è venuto spesso a farmi visita, portando qualche cannolo dalla sua Terra ed in innumerevoli occasioni abbiamo avuto modo di disquisire su questa tematica.
Ha provato a spiegarmi che tutti portano una maschera e nascondono il loro vero Io al mondo esterno. Per provare questa sua ipotesi ho provato a togliere la maschera ad uno degli umani che ho incontrato, per vedere il suo vero Io. Tutto quello che ho ricevuto sono state urla di dolore e rimproveri per aver affondato le mie unghie nel volto del partecipante alla mia ricerca.
Luigi ha insistito. Attaccare con gli artigli non è stato il modo migliore per affrontare l’argomento, questa è stata la sua teoria. Ha trovato più consono, nonché decisamente più sicuro per l’incolumità altrui, mettermi fra le zampe la sua personale copia de “Il fu Mattia Pascal”. Il mio amico a due zampe ha argomentato la sua storia in questo modo. Ciascuno di voi, in quanto uomo, ha in sé due tendenze: la prima è vivere in modo autentico e naturale, la seconda sarebbe vivere secondo le convenzioni e portando una maschera.
Ma che vada a farsi benedire la società, dico io. Siate ciò che siate e non curatevi della società. Luigi ha scosso la testa e mi ha detto che per voi umani è troppo difficile fare ciò, poiché non sono solo gli altri che vi vogliono coerenti e unitari all’interno del vostro nucleo sociale, ma siete anche voi stessi a volervi in questo modo. La vostra identità cambia da momento a momento, poiché la vostra psiche è un pozzo troppo profondo e non basta una vita per conoscerne la fine. I gatti non hanno di questi problemi, effettivamente e forse dipende dal fatto che noi non abbiamo solo una misera vita, ma ben nove misere vite. O è forse la psiche in sé e per sé ha dominare ogni cosa?
Forse potrei sottoporre questa mia curiosità a Sigmund la prossima volta che passerà a trovarmi.
Tuttavia ancora non riesco a capire perché l’uomo debba fare tanto clamore per trovare una identità che poi tanto terrà nascosta sotto una maschera. In fondo….
Mi chiamano per le crocchette, al prossimo lunedì.

Zucca 🐾

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