lunedì 12 marzo 2018

Zitti tutti, parla Zucca! - L'ingiustizia sociale




Miao a tutti.
Volevo mettervi a conoscenza di una grave ingiustizia che si sta consumando  in queste quattro mura: gli esseri umani di questa famiglia, dall’alto del loro egoismo cucinano diverse portate per pasto e si riuniscono attorno al tavolo per consumarle. Quando però mi unisco a loro, abbassandomi al loro livello e accettando di dividere il cibo con loro, mi scacciano in malo modo. Al termine dell’abbuffata avanzano sempre diversi alimenti, e neanche quelli vengono destinati a me.

Eppure sanno di dovermi nutrire, e che io aspetto il cibo.
È un’ingiustizia bella e buona. Il cane capisco, è già grasso di suo e stare un po’ a dieta non gli farebbe male. Ma io, un maestoso gatto dal meraviglioso manto lucido e nero ho bisogno di nutrimento per potermi mantenere così bello.
Ho provato a spiegarmi, muovendo la coda con un chiaro intento di esprimere il mio disappunto, ma nulla. Ho miagolato, ma quei rachitici su due zampe  non facevano altro che dire “Ma ciao!”. Sì, ciao anche a te, ma sgancia la coscia di pollo.
Per cui, con questo grande cruccio mi sono diretto al parco, a cercare un po’ di conforto o di cibo o divertimento. Ma presto o tardi organizzerò un grande corteo di gatti contro le ingiustizie alimentari. Proprio al parco, dentro un cespuglio ho trovato Giovanni. Mi è sembrato un po’ strano, onestamente, ma Verga è sempre un po’ strano. Ha una passione per i cugini rossi, sapete, quei gatti dal pelo aranciato che non fanno altro che creare scompiglio. Ai miei interrogativi sulla sua presenza in un verde arbusto, lui ha semplicemente detto che si stava nascondendo. Ma da chi? Nessuno.
Ma vi rendete conto di con chi ho a che fare? Ero ad un passo dal dipingere un bel cespuglio di rosso sangue, ma mi sono ricordato che lui di ingiustizie ha parlato molto.
Egli infatti è considerato uno dei maggiori esponenti del Verismo, una corrente letteraria sviluppatasi in Italia subito dopo che il Naturalismo, quello di Zola, si era diffuso tra i poveri minatori francesi.  Come il termine Verismo potrebbe suggerire, e lo ha fatto se non siete dei completi idioti, esso consiste nella pura ed impersonale descrizione delle vite di soggetti indifesi e socialmente inferiori. Mira infatti all’oggettività spassionata, solo così per Giovanni infatti si può raccontare la verità. Per poterlo fare quindi l’autore deve nascondere i suoi pensieri e le sue opinioni in modo che il lettore possa pensare con la propria testa e sviluppare una personale opinione.
L’obiettivo è una rassegnata accettazione della verità, nuda e cruda, così come è. E qui arrivano i dolori, perché il caro Verga, non ha alternative da proporre: ciò che c’è di negativo al mondo deve essere accettato e quindi non c’è spazio per il cambiamento. Lo scrittore, per potersi definire verista non deve modificare o abbellire la realtà per renderla più attraente di quella che è. Deve essere come una sorta di giornalista, che spinge a creare una riflessione sui fatti senza sbilanciarsi in commenti personali.
Ho provato a spiegargli che bisogna esprimere dei giudizi quando si racconta qualcosa, soprattutto perché ho sempre ragione, e se l’interlocutore capisce qualcosa di diverso da quello che io intendo, allora non ha capito. E qualcuno dovrà pur dirglielo. Invece niente, lui sostiene che non bisogna dire nulla.
Ma quindi io, come faccio a ottenere quel maledetto cibo?
Verga non dà soddisfazioni, solo un’acidità di stomaco non indifferente, un nervosismo duraturo e la sensazione di aver sprecato del tempo. Non fraintendetemi, ha scritto dei capolavori universalmente riconosciuti come tali, e nulla voglio togliere alla sua capacità di scrittura, però converrete con me che è frustrante cercare di ragionare con qualcuno così poco intraprendente nei confronti delle ingiustizie, pur conoscendole così bene e avendole descritte in diverse opere.
Avete mai parlato con qualcuno che smonta i vostri piani o vi tarpa le ali? Ecco quella è la sensazione che ho tutte le volte che parlo con Verga. Certo gli si vuole bene, in fondo. Molto in fondo.
Però io, anche oggi, torno a casa con lo stomaco vuoto. Forse per risolvere la questione dovrei provare ad impormi un po’ di più, a far leva sul mio potere. Forse per questo dovrei parlare con qualcuno di esperto al riguardo, tipo…
Ah, lui potrebbe essere quello giusto.
Vi faccio sapere come andrà.
Zucca🐾

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